NUOVO VALORE PER IL CENTRO STORICO DI IVREA

La facciata principale che affaccia sulla stretta via Varmondo: ben evidenti le cornici e la traberazione in alto.

Esiste un posto ad Ivrea dove il tempo sembra fermarsi; in verità questa magia avviene in molti centri storici d’Italia. Credo che gli eporediesi, così si chiamano gli abitanti di Ivrea, che conservano l’etimo di matrice latina “Eporedia”, pensino un po’ la stessa cosa: la città ha un rinnovato tassello di bellezza da aggiungere al suo bel centro. Non è tuttavia scontato giungere ad un esito di restauro così misurato ed equilibrato rispetto al suo contesto.
Il restauro architettonico ben condotto dovrebbe proprio essere così: rapportarsi al luogo circostante con rispetto e naturalezza.
La facciata intonacata dell’ex Seminario minore, tra Via San Arborio Varmondo, e Via Maria Antonia Verna, a pochi passi dal Duomo, è stata restituita, completamente restaurata, alla cittadinanza nell’autunno del 2021.
L’edificio di metà Ottocento, voluto dal Vescovo di Ivrea Luigi Paolo Pochettini e poi terminato dagli eredi nel 1838, occupa quasi un intero isolato; è contraddistinto da lesene, sagome, cornici, decorazioni alle finestre, tipiche per quell’epoca eclettica. Il progetto di restauro e ampliamento fu condotto dall’architetto torinese Gaetano Bertolotti, che nel 1853 si occupò, poi, della
nuova facciata del Duomo.
Per la costruzione del complesso fu utilizzato materiale di spoglio di edifici più antichi, sempre provenienti dall’area del centro storico.
La particolarità del cantiere è stata l’impiego dell’edilizia acrobatica, dal momento che, per ragioni logistiche e urbanistiche, non era possibile chiudere la via e posizionare un ponteggio sulla strada di accesso all’unico parcheggio della Città Alta di Ivrea.
In cantiere sono state restaurate tutte le finestre con l’addetto appeso in corda, assicurata nella parte alta del tetto. E’ stata una novità anche per l’impresa acrobatica che ha potuto avere il riscontro della Soprintendenza ai Beni Architettonici di zona.
Le superfici di facciata, molto ampie, versavano in stato di degrado ed hanno richiesto un intervento di risarcimento materico, a causa delle lacune diffuse.
Durante lo studio preliminare al restauro è stata effettuata una analisi di laboratorio per comprendere e conoscere l’aspetto chimico dei materiali originali impiegati nel manufatto architettonico. Inoltre lo studio è stato corredato da un approfondito progetto di ricostruzione di tutti i disegni di facciata, sia in rilievo che in sfondato e un abaco delle tinte.
Questa ricerca preliminare ha consentito di decidere e scegliere quale fosse il materiale più adatto e compatibile per l’uso, in riferimento a quello specifico edificio; infatti nel caso del restauro architettonico è sempre opportuno effettuare il progetto con una attenta valutazione caso per caso, pur tenendo conto di linee guida di carattere generale.
Per l’architetto Silvio Gallina è stata una prova importante lavorare su un edificio di questo pregio, per il valore storico e artistico.
Quando vi recherete in visita ad Ivrea non dimenticate di ammirare il restauro della facciata dell’ex Seminario! (Maria Vittoria Giacomini)

Gli operai al lavoro in sicurezza anche senza ponteggio