
La muffa di per se stessa non è un problema, dipende dalla tipologia e dove essa si sviluppa: per esempio sui formaggi ci sono muffe “buone”, ma se le muffe si sviluppano in ambiente domestico sono sempre un problema.
Ma procedendo per piccoli passi, la prima domanda che ci dobbiamo porre è: come si è sviluppata la muffa e da dove ha origine.
Da dove deriva la muffa
La muffa, di qualsiasi tipo, per svilupparsi e proliferare necessita di un ambiente umido. In un’abitazione esistono normalmente ambienti dove possono crearsi le condizioni ideali per la proliferazione delle muffe e sono proprio quegli ambienti dove ho produzione di vapore come i servizi igienici, le docce e le cucine dove, se ho evidenza di formazione di muffe, facilmente le trovo.
Ma esistono anche altri punti di un’abitazione dove localmente possono generarsi le condizioni per la proliferazione di muffe e sto parlando dei terribili ponti termici, che in passato sono stati completamente ignorati, mentre oggi si mettono in evidenza con prepotenza. Un ponte termico è un punto dove localmente avviene maggiore trasmissione di calore tra interno ed esterno dell’abitazione, e possono essere di diversa natura geometrica e causati da svariati motivi, inclusi gli errori di progettazione e/o di realizzazione. Ma esistono anche altri motivi che possono portare all’insorgere di muffe, come sottovalutare i ricambi d’aria. Nel titolo è riportata una frase che ricevetti da un nuovo cliente, il quale aveva appena sostituito gli infissi di un’abitazione risalente agli anni 1960 circa e lamentava formazione di muffe che prima non c’erano.
Analizziamo la situazione: un’abitazione edificata in quel periodo aveva, nel bene e nel male, molti spifferi che contribuivano al ricambio naturale dell’aria interna agli ambienti; la situazione cambia drasticamente con la sostituzione degli infissi: infatti gli infissi moderni vengono definiti “a risparmio energetico” e massimizzano sia gli apporti gratuiti di calore ma anche limitano efficacemente gli spifferi; ed è per assurdo proprio questa ultima caratteristica che, se mal gestita, può portare all’insorgenza di muffe. Infatti, proprio limitando i ricambi d’aria, senza modificare le abitudini degli ospiti, può portare ad un accumulo di inquinanti all’interno dei locali, e tra gli inquinanti vi è un eccesso di vapore contenuto nell’aria che respiriamo, in gergo tecnico si chiama Umidità Relativa.
Proprio il vapore contenuto nell’aria, in determinate situazioni può raggiungere il punto di rugiada passando dallo stato gassoso a quello liquido.
Dove può avvenire e perché.
Nell’aria è normalmente contenuta acqua sottoforma di vapore, ma se la temperatura scende si possono raggiungere le condizioni di condensa sopra descritte e quindi si si può mettere in evidenza che alcune superfici siano “bagnate” . Questa situazione, con il passare del tempo può portare all’insorgere della muffa.
Come risolvere
La muffa nasce solo se ho superfici bagnate, quindi devo evitare che si bagnino e/o asciugarle velocemente.
La strada corretta è aerare i locali abbondantemente, abbassando l’umidità relativa interna e smaltendo verso l’esterno anche altri inquinanti.
Nella situazione presentata il cliente possedeva un’abitazione dove i ricambi d’aria erano soddisfatti anche dagli spifferi presenti sui serramenti e sostituendoli senza modificare le abitudini i vapori, che si producono normalmente all’interno dell’abitazione, non sono stati smaltiti correttamente verso l’esterno.
In questi casi ci sono due soluzioni per ricambiare l’aria interna e sono: aprire le finestre per un tempo maggiore e con cicli più frequenti durante il corso della giornata oppure installare un impianto che ricircoli l’aria interna ricambiandola e rinnovandola con aria esterna, Questo impianto si chiama VMC (Ventilazione Meccanica Controllata)
